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Settembre 12, 2024

La CIO oggi, una leader che sa "muoversi in orizzontale" e abbracciare il cambiamento

Intervista a Piera Carrà, Chief Information Officer di Avio Aero Prosegue il viaggio di The Key alla scoperta di un ruolo che cambia, interpretato al femminile.

«Le competenze sono fondamentali, ma se guardo alle scelte che ho fatto nel mio percorso professionale mi rendo conto che a guidarle sono state soprattutto motivazione e passione: ho avuto la fortuna di trovare sempre lavori che mi appassionavano, o forse li ho scelti proprio per questo. In ogni caso, senza motivazione e passione nessun ruolo può essere ricoperto con successo». 

Non esiste una formula univoca per raccontare i percorsi professionali seguiti dalle Chief Information Officer (CIO), ma Piera Carrà di Avio Aero ci offre tre parole-chiave da cui partire per approfondire la sua esperienza in questo ruolo: competenza, motivazione e passione. Dopo aver fatto con la nostra inchiesta qui su The Key un giro d’orizzonte sulla figura del CIO declinata al femminile, abbiamo pensato di approfondire il tema con una top manager che da anni si muove ad alti livelli in un’industria complessa come quella dell’aeronautica. 

L’avventura umana e professionale di Carrà è ricca di indizi che aiutano a capire meglio cosa permette alle donne di arrivare ai vertici in ambiti che nel recente passato sono sempre stati dominati da figure maschili. C’entrano, per esempio, le scelte scolastiche e universitarie, la predilezione per le materie STEM, il sostegno della famiglia nell’intraprendere percorsi di studio fuori dagli schemi. C’entrano le motivazioni di cui ci ha parlato Carrà, che servono anche a superare i dubbi iniziali e a costruire un bagaglio di fiducia e autostima che aiuti a procedere. C’entrano anche le figure con cui si entra in contatto nel mondo consulenziale e aziendale, i modelli di leadership a cui fare riferimento, i programmi di mentorship. 

Le competenze sono fondamentali, ma se guardo alle scelte che ho fatto nel mio percorso professionale mi rendo conto che a guidarle sono state soprattutto motivazione e passione.

Tutto questo nel tempo ripaga gli sforzi iniziali, fa uscire dalla comfort zone e permette di sprigionare capacità creative e innovative che, unite alle competenze, aprono opportunità nuove. Nel caso di Carrà, l’esito è stato anche quello di saper costruire un percorso orizzontale, vincendo la tentazione di pensare che si cresce solo in una direzione, in verticale. È da questa posizione di leader che poi, quando arrivano, si capiscono meglio le innovazioni, come in questo momento quelle legate all’intelligenza artificiale. Ed è da qui che si può dar vita a un reale give back professionale, diventando role model e fonte di ispirazione per le nuove generazioni. 


Ho fatto studi scientifici fin dal liceo la mia famiglia non mi ha mai fatto pensare che un percorso STEM fosse solo per uomini e questo penso mi abbia aiutato. Mi ha dato la fiducia di poter seguire questa strada anche nel mondo del lavoro, nonostante la prevalenza maschile.

Avio Aero è un’azienda che occupa oltre 5.700 dipendenti tra Italia, Polonia e Repubblica Ceca, ed è uno dei principali player della propulsione aeronautica in Italia e in Europa. Opera nella progettazione, produzione e manutenzione di componenti e sistemi propulsivi per l’aviazione civile e militare ed è parte di GE Aerospace. Con circa 44.000 motori commerciali e 26.000 motori militari in servizio in tutto il mondo, GE Aerospace è leader a livello globale nella propulsione, nei servizi e nei sistemi.

Piera Carrà è CIO di Avio Aero dalla fine del 2020, dopo un percorso professionale ricco di molteplici esperienze a cavallo tra la consulenza e l’azienda vera e propria. «Ho fatto studi scientifici fin dal liceo», ci racconta, «la mia famiglia non mi ha mai fatto pensare che un percorso STEM fosse solo per uomini e questo penso mi abbia aiutato. Mi ha dato la fiducia di poter seguire questa strada anche nel mondo del lavoro, nonostante la prevalenza maschile. Dopo il liceo scientifico, visto che erano gli anni del boom dell’informatica, ho studiato Scienze dell’informazione, anche perché c’erano molte opportunità e rappresentava un ambito in forte crescita. E infatti ho ricevuto tantissime proposte mentre ancora facevo la tesi. Non avevo idea di come scegliere perché non c’erano gli stage e si sapeva poco, in università, riguardo agli ambienti di lavoro».

Sono stati così i colloqui di lavoro a determinare le prime scelte di Carrà, che ha cominciato nel mondo della consulenza in AIC Cap Gemini con un incarico che l’ha portata per la prima volta a contatto con Avio Aero, all’epoca Fiat Avio. «Pian piano ho cominciato a gestire attività e progetti e dopo un po' di anni mi ero inserita talmente bene nel progetto che mi hanno prospettato l'opportunità di entrare in azienda». 

Il percorso è quindi proseguito proprio in Fiat Avio, dove per Piera Carrà è nata la passione per l’approfondimento dei processi aziendali: «Mi piaceva studiare come lavoravano gli ingegneri, per cercare di capire come le soluzioni informatiche potessero supportare realmente il loro lavoro. Quindi non tanto implementare una soluzione perché è di moda, ma perché è pensata come supporto all'azienda: è una cosa che da allora ha caratterizzato sempre il mio percorso. La tecnologia unita alla comprensione dei processi di business per creare valore all’azienda».

Dopo l’esperienza in Fiat Avio, Carrà ha esplorato ambiti industriali diversi da quello aerospace tornando per qualche tempo nel mondo della consulenza in KPMG. Ma trattandosi di Torino, l’orbita di attività è rimasta in buona parte quella della Fiat, stavolta nel settore automotive. Un’opportunità per studiare un’industria diversa e i suoi processi. «Un bel percorso che mi ha consentito di ampliare le mie competenze, per poi tornare in Avio che nel frattempo era uscita da Fiat, con un ruolo importante come responsabile, lato IT, di tutte le piattaforme a supporto dell’ingegneria». 

Ci sono momenti in cui sali, altri in cui puoi fare spostamenti laterali. Questi lateral move ti danno l'opportunità di ripartire con umiltà per imparare cose nuove e diverse. Per accrescere le competenze ogni tanto devi cambiare anche la tua traiettoria.


Carrà ha sperimentato così, racconta, i pro e i contro di un percorso tra consulenza e azienda. «La società di consulenza ti offre un contesto di progetti e clienti molto variegato e la possibilità di confrontarti con team internazionali. Ma il progetto non è mai “tuo” al cento per cento, perché lavori sempre per l’organizzazione di un cliente: in azienda, invece, senti maggiormente la responsabilità di quello che fai, nel bene e nel male, hai la leva diretta dei budget, della gestione diretta delle persone. Ho capito che era più nelle mie corde prendere decisioni facendo parte di un’azienda».

Riflettendo sulle lezioni imparate durante i passaggi professionali di quel periodo, la CIO di Avio Aero pone l’accento sull’importanza di sapersi rimettere in gioco. «Forse stavo entrando un po’ nella mia comfort zone senza neanche accorgermene. Invece ho avuto la possibilità di cambiare completamente, uscire dal mondo dell'ingegneria e buttarmi di più sulla produzione. Era il momento in cui in Avio Aero si parlava di Brilliant Factory ovvero di digitalizzazione delle Fabbriche e mi hanno proposto di sviluppare questa iniziativa. Ho capito, accettando questa sfida, l'importanza di uscire, rilanciarsi, rimettersi in discussione. Lasciavo un team molto grosso e mi rimettevo in discussione su un'area che conoscevo molto meno e con un team più piccolo».

È stato uno snodo decisivo nella carriera di Carrà, quello che poi nel tempo l’ha portata alla posizione di CIO. Un momento da cui ha tratto altre riflessioni importanti. «Mi ha portato anche a capire che il percorso di sviluppo di una persona non deve sempre essere necessariamente in verticale. Ci sono momenti in cui sali, altri in cui puoi fare spostamenti laterali. Questi lateral move ti danno l'opportunità di ripartire con umiltà per imparare cose nuove e diverse magari anche con team più piccoli senza pensare che la crescita debba sempre essere quella che ti porta più responsabilità. Per accrescere le competenze ogni tanto devi cambiare anche la tua traiettoria». 

È la disponibilità a lasciarsi sfidare da questo approccio orizzontale ciò che apre la porta a nuovi percorsi professionali. E che permette di sentirsi sicure sul next step quando arriva il momento. Quando è arrivata l’opportunità di farsi avanti per il ruolo di CIO, Carrà si è sentita pronta. «Le competenze che avevo maturato mi hanno dato la serenità di mettermi a disposizione per quella posizione. Tante volte noi donne, di fronte alla prospettiva di un posto C-level, ci interroghiamo sulla nostra preparazione. Ho pensato che avevo maturato tutte le competenze necessarie e che avrei imparato tutto quello che c’era da imparare nella nuova posizione. Occorre non spaventarsi nel momento in cui ci si accorge che il ruolo è anche più grande di quanto avevi ipotizzato. Si entra pian piano nel contesto e si continua a imparare, perché non ci si ferma mai».

Gli elementi da valutare, quando si fanno passi di questo genere, secondo Piera Carrà sono molteplici. «Sicuramente è importante avere la consapevolezza del percorso che hai fatto e le competenze giuste, ma poi magari anche l'aiuto delle persone che rinforzano certi messaggi.

Quello che è cambiato molto rispetto forse ai CIO di una volta è proprio questo tipo di leadership, che richiede di essere anche un mentor, un coach, relazionarsi con le persone, sentire la responsabilità di farle crescere.

Ho sempre avuto responsabili uomini e devo dire che è stato il mio ultimo responsabile che, nel momento in cui si è aperta questa opportunità, mi ha detto che si aspettava che mi facessi avanti. È stato importante. Un leader deve far sì che le persone che gli sono affidate possano svilupparsi e crescere. Serve agire anche da mentor e da coach».

Una volta entrata nel nuovo ruolo, la CIO di Avio Aero racconta di aver scoperto l’importanza di «portare un po’ di sé stessa, cercare di entrare nell’incarico con la propria personalità e il proprio modo di agire». La sfida iniziale più importante, comunque, è stata quella di gestire un team consistente. «Ero abituata a gestire dei team di 15-20 persone, lavorare con una squadra di una novantina di persone come faccio oggi è sicuramente una responsabilità diversa».

Un altro aspetto decisivo è che nel ruolo di CIO, secondo Carrà, «la parte di componente tecnica, la guida della trasformazione è sicuramente importante, ma credo a pari merito anche la gestione delle persone. Quello che è cambiato molto rispetto forse ai CIO di una volta è proprio questo tipo di leadership, che richiede di essere anche un mentor, un coach, relazionarsi con le persone, sentire la responsabilità di farle crescere». Si passa così da un CIO che forse era più verticale su tutte le tematiche della digital technology, a un ruolo C-level con una maggiore attenzione al team, alle competenze e alla crescita delle persone.

È con questo approccio che miscela in modo corretto competenze, doti personali, passioni, motivazione e leadership, che poi si affrontano nel modo migliore anche le grandi disruption che impattano sulla vita aziendale. In questo momento, per esempio, è il caso dell’intelligenza artificiale, un tema che è una sfida e un’opportunità per qualsiasi CIO nel mondo. 

«Ho un'organizzazione - spiega Carrà - che è strutturata per garantire che ci sia per ogni funzione aziendale un focal point del team digital inserito nell'extended staff di quella funzione. Abbiamo costruito una relazione che è di partnership con tutte le divisioni aziendali, non siamo semplicemente quelli che forniscono strumenti, ma che contribuiscono alla creazione di valore e a supportare le strategie di business. Ed è fondamentale misurare il valore che si porta all’azienda attraverso le diverse iniziative digitali.

 Questo aiuta a scegliere delle tecnologie non perché ne parlano tutti, come l’AI generativa oggi: non ci dobbiamo buttare solo perché lo dice il mercato, ci buttiamo perché abbiamo verificato l'importanza di applicare quella tecnologia su determinati processi». 

«A livello di GE Aerospace - aggiunge Carrà - stiamo affrontando il tema dell'intelligenza artificiale con il supporto di una metodologia lean che ci aiuta a definire un percorso, a capire dove ci possono essere dei benefici, avendo team che integrano le competenze tecnologiche con le competenze di funzione».

Sono coinvolta in tantissimi eventi e iniziative di role modeling, credo sia importante per le ragazze potersi confrontare con donne che sono in posizioni apicali e possono raccontare la loro esperienza.

Guardando indietro al proprio percorso professionale, nel momento in cui ci si interroga sul futuro delle aziende nell’epoca dell’AI, Piera Carrà non può fare a meno di riflettere anche su chi saranno i protagonisti di domani. Cosa fare per le nuove generazioni, in un ambito come quello in cui si muove una CIO? «Essendo coinvolta in tantissimi eventi e iniziative, credo sia importante per le ragazze potersi confrontare con donne che sono in posizioni apicali e possono raccontare la loro esperienza. Partecipo sempre con molto entusiasmo a iniziative che vedono ragazze degli istituti superiori e delle università venire a contatto con donne che raccontano la propria esperienza.

In Avio Aero organizziamo oramai da qualche anno quelli che chiamiamo STEM Tour, invitiamo studentesse universitarie da noi per creare un dialogo con donne che ricoprono incarichi di responsabilità in diversi ambiti, dall'ingegneria al sourcing, gli acquisti, la produzione. È importante che noi donne ci mettiamo a disposizione proprio per raccontare quello che facciamo e come siamo arrivate a ricoprire determinati incarichi, anche con percorsi di mentoring all'interno dell'azienda e crossmentoring tra aziende».

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