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Novembre 21, 2023

Leadership, arte e business: una combinazione vincente?

Le aziende sono oggi in una fase molto complessa e di grande transizione. Stanno vivendo importanti cambiamenti di tipo culturale, tecnologico e organizzativo; volgendo modelli di business e funzionamento operativo verso una maggiore sostenibilità; le modalità di lavoro sono sempre più ibride e la gerarchia lascia il posto a forme agili di collaborazione; si favoriscono l’interfunzionalità e la generazione di nuove competenze; cambiano i modelli di controllo; si generano ecosistemi e community.

Utilizzando il framework Cynefin a quattro quadranti creato da Dave Snowden, possiamo dire che i problemi che le aziende si trovano ad affrontare ricadono nel quadrante del “complesso”: non esistono risposte certe o gestibili, e non basta ispirarsi a esperienze precedenti, processi definiti o aree di “expertise”. Per questo tipo di problemi le soluzioni vanno trovate insieme, con interrelazioni tra le parti e approcci agili di prototipizzazione.

In un mondo incerto e complesso come quello in cui si trova a operare il business oggi (il cosiddetto mondo V.U.C.A) approcci tradizionali, puramente logici e basati sull'efficienza e l’expertise non bastano più. In una realtà complessa è fondamentale integrare i modelli di leadership aziendali con un approccio più inclusivo, agile, a prova di errore, in cui si attinge all’intuizione e all’intelligenza emotiva per far dialogare gli attori. Occorre vedere i problemi in modo olistico e sistemico, sfidare ipotesi e punti ciechi, avere una leadership diffusa e veloce nel prendere decisioni, valorizzare la capacità di iniziativa e innovativa di tutta l’organizzazione. Rompere i silos per vedere la realtà come un insieme olistico, integrato e complesso.

Senza sminuire la necessità della logica e dell'efficienza, è importante integrare anche l'altra componente nel nostro modo di affrontare la complessità: la creatività e l’intelligenza emotiva. Quella parte che, a quanto ci insegnano le neuroscienze, viene guidata dall’emisfero destro del cervello, quello che siamo meno abituati ad allenare.

Come fare allora? L’arte può darci un valido aiuto 

Parafrasando Abraham Zaleznik, Professore di Leadership al Monosuke Matsushita dell’Harvard Business School, si può asserire che «gli imprenditori hanno molto più in comune con artisti, scienziati e creativi che con i manager» e che «i leader sono artisti e il business è la loro opera d’arte». Il processo di leadership presenta in effetti profonde analogie con il processo artistico/estetico. Nell’ambito di un recente convegno AIDAF, dal titolo “Leadership, arte e business: una combinazione vincente?”, abbiamo stimolato una platea di imprenditori a riflettere su quali siano le caratteristiche di un artista.

Dalla conversazione sono emerse come qualità preponderanti visione, pensiero critico, pensiero laterale, concettualizzazione, creatività, “sense making”, passione, osservazione, intuizione, empatia, co-creazione, coraggio, adattabilità, resilienza, capacità di convincimento: caratteristiche che legano l’artista al leader aziendale.

Un’analogia tra due mondi apparentemente lontani, quelli di arte e leadership, che tuttavia esiste. Mentre il manager si occupa di efficienza, efficacia e della componente logico-scientifica del “fare business”, il leader guarda all’impresa con la responsabilità di guidarne l'innovazione, la strategia, il cambiamento e la definizione di un proposito: aspetti che tipicamente vengono presidiati, oltre che dai leader stessi, anche dagli artisti. 

Un leader infatti, come un artista, deve avere visione, avvalersi della propria intuizione e consapevolezza emotiva, pensare in modo critico e creativo per sfidare convinzioni e punti ciechi che limitano l’evoluzione dell’azienda, far lavorare entrambi gli emisferi del cervello integrando la componente “artistica”, per navigare la complessità del presente. Il segreto sta nel potere trasformativo della pratica artistica, nel suo supporto alla ricerca del sé più profondo: nella capacità di stimolare il lavoro della nostra mente.

Comprensione di sé, intelligenza emotiva, empatia

L'arte tocca le corde del nostro inconscio e si connette con i sentimenti aggirando le barriere poste dalla logica. Attraverso la percezione dei sentimenti espressi dall'artista impariamo a diventare empatici, nei confronti delle emozioni altrui. Non a caso, nei programmi di formazione del personale medico, l’arte è inclusa per migliorare l’empatia nei confronti dei pazienti.

Dialogo e co-creazione

L'arte utilizza un linguaggio metaforico: lo spettatore è chiamato ad aggiungere la sua parte di significato all'opera d'arte. In questo modo ha inizio un processo di dialogo generativo tra dipinto, artista e spettatore. In ambito organizzativo è molto efficace utilizzare metafore per descrivere situazioni complesse e critiche. Questa pratica abbatte sensibilmente le difese razionali e logiche e permette la comprensione e il dialogo vero tra le parti sui problemi aziendali.

Come sostiene il filosofo David Bohm, in un dialogo reale e generativo, due persone non cercano di condividere idee o elementi di informazione già noti, tentando di convincere l’altro. Piuttosto cercano di fare qualcosa in comune, cioè, creano qualcosa di nuovo insieme.

Il dialogo generativo che avviene attraverso la metafora artistica facilita questo tipo di dinamica: un ascolto attivo, uno spazio sicuro, l’accettazione di un punto di vista altro e la co-creazione di senso.

Coraggio, pensiero critico e immaginazione

Molte opere d'arte stimolano e sfidano il pensiero comune, cercano di andare oltre il punto di vista consueto aiutando a reinterpretare la realtà. Vengono così rotti gli schemi di pensiero. Dagli artisti possiamo imparare l'audacia e il pensiero critico. Spesso possono portarci a vedere cose che non sono ancora evidenti e farci collegare punti dove non troviamo una connessione.

Pensiamo ad esempio a Picasso e a come sia riuscito a mettere radicalmente in discussione la prospettiva classica, proponendone di nuove e multiple, raffigurando i suoi soggetti da più prospettive simultaneamente. Lo stesso fuoco visionario è proprio di leader e imprenditori capaci di attivare strategie “Oceano blu”, che creano e catturano spazi di mercato inesplorati attraverso la ricostruzione dei confini di un settore, sbloccando così una nuova domanda e generando una crescita profittevole.

Creatività, innovazione, ricerca

L’arte è facilmente associata alla creatività, ma chi fa arte sa che dietro la generazione di idee ci sono ricerca e raccolta di ispirazione in ambiti multidisciplinari, oltre alla valorizzazione delle diverse tecnologie a disposizione. La creatività non è altro che la riformulazione di cose già esistenti in forme e combinazioni nuove.

Per fare in modo che questo accada, gli artisti e i creativi (anche in azienda) attivano diversi abilitatori di creatività: imparano a disimparare, accettano risultati imprevedibili, imparano dagli errori, rallentano per lasciare spazio alle idee, si confrontano con i migliori, ascoltano l’intuizione, fanno co-creazione.

Capacità di osservazione

Attraverso la pratica delle arti visive possiamo sviluppare le nostre abilità di osservazione. Per imparare a disegnare e dipingere, è fondamentale il modo in cui si osserva la realtà. Normalmente guardiamo solo la versione semplificata del nostro mondo esterno, quella che ci porta a svolgere in modo efficiente i nostri compiti. L'immagine del mondo che vediamo è quella che abbiamo nella nostra mente. Un pittore invece osserva tutte le forme, le luci e le ombre così come sono e riesce ad apprezzare l'infinita varietà del mondo.

Così dovremmo fare anche noi in azienda per superare i nostri modelli mentali, evitando di fare «download» e di usare il pilota automatico nei processi di cambiamento: per vedere ciò che gli altri non vedono.

E quindi? Come far interagire arte, leader e impresa? Come far vivere e stimolare un “Art mindset” in azienda?

Parlando di arte visiva, ciò è possibile attraverso:

  • L’organizzazione in azienda di momenti in cui si possa conversare sulle analogie tra arte e leadership e generare consapevolezza e ingaggio sul tema.
  • Il coinvolgimento dei dipendenti nella visione facilitata di mostre d’arte o nella pratica artistica o nell’utilizzo di metodologie artistico/metaforiche per facilitarne il dialogo.
  • L’interazione con artisti (Art talk, co-creazione artistica con i dipendenti, creazione di residenze artistiche o dipartimenti artistici in azienda, partecipazione degli artisti alla vita aziendale al fine di generare pensiero critico, dialogo e visione divergente).

di Giorgia Madonno - Creatrice del metodo ThroughArt© e Senior Advisor in K2P.

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